This study offers a completely new interpretation of the religious architecture which, between the Romanesque and Gothic periods, established itself in the centre of the Italian Marche region, in an area known as the Valle di S. Clemente.
Tra Esino e San Vicino offers a completely new interpretation of the religious architecture which, between the Romanesque and Gothic periods, established itself in the centre of the Marche region, in an area known as the Valle di S. Clemente. Here, starting in the 11th century, was an extraordinary flourishing of settlements made up of abbeys, hermitages and parish churches, whose oldest structures are often preserved, most of them still legible in their stratigraphy. Through a detailed analysis of the composition of their walls, conducted according to the most modern methodological criteria, and a critical rereading of the written sources, it was possible to reconstruct the different building phases that mark the history of the churches under examination, attesting to the transformations that occurred over time due to changing liturgical needs and frequent destructive events. Thus the articulated architectural-liturgical configurations of some of the most important religious buildings in central Italy were revealed, starting with the crypt of S. Salvatore di Valdicastro, the first tomb of S. Romualdo, where it was possible to recover the liturgical ‘functions’, as well as some complex and extremely rare structures of which the written documentation bears no trace, such as the women's galleries of S. Elena all'Esino or the internal balconies of S. Urbano and S. Elena all’Esino. In addition, the study proposes a classification of masonry techniques, which made it possible to measure the character of the documented interventions and therefore the role that some magistri and the various construction workers played in the development of the architectural landscape of the area.
in italiano
Tra Esino e San Vicino offre una lettura completamente nuova dell'architettura religiosa che, a cavallo tra il romanico e il gotico, si afferma al centro delle Marche, in un'area denominata Valle di S. Clemente. Qui, a partire dall'XI secolo, si assiste ad una straordinaria fioritura di insediamenti costituiti da abbazie, eremi, pievi, di cui spesso si conservano le strutture più antiche, la maggior parte ancora leggibili nella loro stratigrafia. Attraverso un'analisi dettagliata delle strutture murarie, condotta secondo i più moderni criteri metodologici dell'archeologia dell'architettura, e una rilettura critica delle fonti scritte, è stato possibile ricostruire le diverse fasi edilizie che hanno segnato la storia delle chiese esaminate, attestante le trasformazioni subite nel tempo a causa delle mutate esigenze liturgiche e dei frequenti eventi distruttivi. Sono così riemerse le articolate configurazioni architettonico-liturgiche di alcuni tra i più importanti edifici religiosi dell'Italia centrale, a cominciare dalla cripta di S. Salvatore di Valdicastro, prima tomba di S. Romualdo, di cui è stato possibile recuperare il "funzionamento" liturgico, fino ad alcune strutture complesse ed estremamente rare - ma non inedite nel panorama architettonico marchigiano - di cui la documentazione scritta non porta traccia, come i matronei di S. Elena all'Esino o i balconi interni di S. Urbano e S. Elena all'Esino. Inoltre, la rielaborazione della documentazione raccolta esaminando le strutture sopraelevate ha permesso di produrre una classificazione delle tecniche murarie e delle tipologie di aperture, organizzate nei relativi atlanti. In questo modo è stato possibile mappare il percorso di alcune maestranze edili, e più in generale è stato possibile determinarne i caratteri specifici e stabilirne la circolazione, che ha fatto emergere il ruolo determinante di alcuni 'magistri' e delle relative officine nell'elaborazione del paesaggio architettonico di questo territorio.